‘Cocci prorogata:
lasciate una poesia alla Taverna da Baffo ’
 
Comunicato
 
 
 

Un invito a lasciare una poesia ispirata ai simboli veneziani antichi viene dalla Taverna da Baffo, che ha prorogato a fine aprile l’esposizione delle immagini tratte da ‘Cocci - frammenti della storia segreta di Venezia’, 30/o numero di ‘Edizione dell’Autrice’ che Antonella Barina autoedita dal 2003. Affluite finora spontaneamente, con riferimento diretto o liberamente ispirate e abbinate dai visitatori, la poesia della piccola Soraja, quelle di Angelo Guarraia e Aurora Pianalto, la lunga serie di Anita Menegozzo. La Taverna è sita in Campo San Stin, tra i Frari e San Giacomo dell’Orio, vicino a Piazzale Roma. L’invito è a fermarsi a comporre la poesia, lasciando traccia del proprio passaggio appesa ai quadri.Tra le immagini in mostra, il sole rotante, l’acqua, il loto, la donna e l’albero, la nave, il fiore azzurro, ma molti altri sono suggeriti dalle didascalie e dalla pubblicazione consultabile in loco.


Edizione dell’Autrice, dicitura la quale nel 2003 Antonella Barina distribuiva le raccolte poetiche di stretta attualità sul territorio veneziano, da sei anni a questa parte, è diventato il titolo di una testata giornalistica con la quale la scrittrice diffonde le proprie opere. Tra quelle raccolte, ‘Madre Marghera’, ‘Canto dell’acqua alta’, ‘MestreNiente’. Altri filone di interesse sono le poesie legate all’identità come ‘Poesia dei 50 anni’, ‘Inconosciuta’, ‘L’Anguana salva’, e quelle di viaggio, da ‘Birds – walking between Stonehenge and Avebury’ a ‘Turning – le città della luna’, dedicata alla Turchia. Nel 2010, con Edizione dell’Autrice sono usciti i libretti dei Racconti per Venezia, dal romanzo breve ‘Albertine, il senso del viaggio’, con il personaggio di Proust che immancabilmente torna nella città lagunare, a ‘Tre in una, inferno e Paradiso’, dedicato ad Elena Arcangela Tarabotti, che nel ’600 contestò con i suoi scritti la Serenissima, ‘Amerinda, l’arte di liberar colombe’, sulle leggi non scritte del potere e dell’arte, ‘Duse come Demetra, il teatro della poesia’, dove in una notte veneziana la divina rivela il proprio desiderio segreto, ‘Margarita da due case’, tragiche e buffe vicende di due omonime medioevali, ‘L’Isola delle dee, o la gondoliera’, che rivisita la figura della Zildo di Baroncorvo. La collana di Edizione dell’Autrice, presente in alcune librerie, ma anche in negozi e sui banchi del mercato, oltre che in fiere dell’editoria e rassegne, è in buona parte scaricabile da internet.
 
Il trentesimo numero, ‘Cocci – frammenti della storia segreta di Venezia’, apre una riflessione sui simboli arcaici presenti nella fruizione quotidiana della Venezia antica, dal fiore che rappresenta l’uno e il centro vitale ai complessi ‘nodi d’amore’ alle immagini delle dame con albero che perpetuano l’iconografia delle dee della vegetazione. Accompagnato su un lato da una poesia e sull’altro da una breve introduzione, il ‘libretto rotante’, stampato a colori in sedicesimo con Cartotecnica Veneziana, invita a rivoltarlo nella parte centrale, dove sono riprodotte le sfere solari rappresentate dagli antichi ‘bocaleri’
 
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